Dopo un lungo restauro, l’Antica Spezieria di San Giovanni di Parma, da giugno 2024 parte del circuito del Complesso monumentale della Pilotta, da domenica 20 ottobre è stata restituita ai visitatori, con l’apertura di quattro nuovi spazi che si aggiungono alle quattro sale già visitabili. Una riapertura possibile grazie agli interventi strutturali che hanno riportato l’edificio alla sua conformazione originale, con la riapertura del portone sul Monastero, e che hanno conformato sicurezza e accessibilità agli standard moderni, superando le barriere fisiche e cognitive, anche attraverso supporti tattili per ipovedenti e angoli olfattivi pensati per un’esperienza multisensoriale. Ma grazie anche al restauro e alla digitalizzazione dei manufatti artistici e degli strumenti di lavoro: dai manufatti lignei ai dipinti, dai mortai agli alambicchi, dal materiale ceramico ai libri.
Il percorso espositivo, che già comprendeva la Sala del Fuoco, la Sala dei Mortai, la Sala delle Sirene e la Sala del Pozzo o degli Alambicchi, ora si completa con altre tre sale, la Sala della Storia, la Sala della Regola, la Sala dei Veleni o del Libro. E con il Corridoio di ingresso o del Monaco, dove è stata ripristinata l’antica apertura sul Chiostro, punto di contatto simbolico e pratico con il Monastero, e per estensione con le origini della farmacia, la cui storia millenaria è iniziata prima dell’anno mille e nei secoli ha vissuto evoluzioni e cambiamenti.
Il restauro e l’allestimento dei nuovi spazi museali della Spezieria è stato possibile anche grazie al contributo della Fondazione Cariparma e dell’Associazione “Parma, io ci sto!”.
«È un percorso di straordinaria suggestione, che si snoda nel sapere del passato, in seno a un complesso benedettino di secolare importanza, che cullò e coltivò le conoscenze, la cultura e l’arte, sempre ai massimi livelli. – ha dichiarato Stefano L’Occaso, Direttore del Complesso monumentale della Pilotta – La sequenza di sale con antiche scaffalature, albarelli, vasi e mortai, è stata recuperata alla pubblica fruizione grazie all’impegno degli istituti e dei dirigenti che mi hanno preceduto, tra essi Giorgio Cozzolino e Maria Luisa Pacelli della Direzione Regionale Musei, dalla quale abbiamo ‘ereditato’ la Spezieria. Prezioso è stato il ruolo degli sponsor – in particolare la Fondazione Cariparma nella persona del Presidente Franco Magnani e l’Associazione “Parma, io ci sto!” nella persona del Presidente Alessandro Chiesi e con il grande sostegno di Davide Bollati – guidati dall’impegno e dall’entusiasmo di Olimpia Barbieri Gentili Estense Calcagnini. A tutti coloro che hanno lavorato per questo meraviglioso risultato – i progettisti, le ditte, le maestranze – va un ringraziamento che esprimo a nome della collettività»
«Restituire alla cittadinanza uno spazio così prezioso e ben conservato, tra le mura del Monastero di San Giovanni, è per la Direzione Regionale Musei motivo grandissimo orgoglio. – le parole di Maria Luisa Pacelli, Direttrice dei Musei Nazionali di Bologna/Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna e Direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna – Dopo anni di aperture intermittenti, giunge infatti a compimento il pieno recupero architettonico e artistico di un vero e proprio gioiello. Il sostegno dei tanti amici, inoltre, in primis la Fondazione Cariparma e l’Associazione “Parma, io ci sto!”, ha permesso di sviluppare un progetto che, con grande cura e attenzione al dettaglio, ha trasformato l’Antica Spezieria un luogo sicuro ed accogliente, aperto ed accessibile a tutti».
«Accompagnare il nostro territorio verso i cambiamenti culturali, sociali ed economici in atto è una delle linee d’azione strategiche che guidano l’agire filantropico della nostra Fondazione. – ha continuato Franco Magnani, Presidente di Fondazione Cariparma – È con orgoglio, quindi, che abbiamo sostenuto questo progetto che dà nuova vita ad un importante luogo culturale della nostra città, rivisitandolo in chiave moderna. Questa riqualificazione, che mira a dare maggiore visibilità all’Antica Spezieria di Parma, propone una nuova fruibilità dell’ambiente facendo leva su strumenti innovativi, quali l’allestimento virtuale e l’inclusione immersiva, in grado di parlare anche alle nuove generazioni del territorio».
«Siamo molto orgogliosi di aver contribuito al restauro e alla restituzione al pubblico dell’Antica Spezieria di San Giovanni, un luogo storico-artistico dal valore inestimabile che va ad arricchire ulteriormente l’offerta culturale del territorio di Parma. – ha concluso Alessandro Chiesi, Presidente di “Parma, io ci sto!” – E siamo orgogliosi soprattutto di essere stati i promotori di questa sfida, che ci auguriamo poter essere un primo importante passo nella valorizzazione dell’intero complesso di San Giovanni, per il quale la nostra Associazione nel 2016 ha promosso l’idea di intraprendere un percorso di recupero a partire da un ampio progetto di fattibilità, recupero degli spazi e gestione culturale. Rendere accessibili e valorizzare i gioielli del nostro territorio è una delle azioni che vede impegnata ‘Parma, io ci sto!’ fin dalla sua costituzione e la riapertura di questi spazi, che oggi celebriamo e che si inseriscono nel solco di altre recenti aperture promosse dalla nostra Associazione, ultima delle quali la musealizzazione e riapertura al pubblico dell’appartamento di Antonio Farnese all’interno della Rocca Sanvitale a Sala Baganza, è un’ulteriore conferma della nostra volontà di contribuire in modo concreto alla rigenerazione in chiave culturale di Parma e del suo territorio a beneficio sia dell’intera comunità locale sia dei suoi visitatori».
Una storia millenaria
Situata nel cuore della città, all’interno dell’abbazia benedettina di San Giovanni Evangelista, l’ex farmacia storica era già presente all’interno del Monastero fin dalla sua fondazione, nel 981, anche se le prime notizie della sua esistenza trapelano all’esterno nel 1201, anno della sua apertura al pubblico. Oltre all’Ospedale di San Giovanni, annesso al Monastero, la Spezieria fu la prima che si pose al servizio anche degli ospedali cittadini: ciò le garantì una crescita considerevole, che nel Quattrocento si tradusse in continui ampliamenti, con la creazione di un vasto laboratorio lungo l’attuale Borgo Pipa, acquisendo tra Cinquecento e Seicento l’assetto architettonico che manterrà inalterato per secoli.
Se da una parte, in quanto farmacia monastica, era interdetto l’accesso alla clientela, dall’altra l’influenza della Spezieria sull’economia cittadina nel Settecento costrinse i Benedettini ad affidare l’esercizio a laici privati. Cambi di proprietà che si susseguirono lungo tutto il secolo e oltre, fino alla chiusura definitiva dell’attività nel 1897 e la sua trasformazione in realtà museale. Con il passaggio alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici nel 1968 la struttura è divenuta sempre più parte integrante del sistema museografico cittadino, fino all’inserimento, nel giugno 2024, all’interno del circuito museale del Complesso monumentale della Pilotta.