Si è tenuto ieri l’incontro di presentazione del progetto Food Farm 4.0 da parte dell’associazione “Parma, io ci sto!”, UPI e la dirigente del polo agroindustriale Bocchialini-Galilei Solari. All’incontro hanno partecipato oltre 65 tra imprenditori, istituti scolastici, amministrazioni locali e cittadini, che hanno risposto con entusiasmo.
Per il Presidente di UPI Alberto Figna, che ha introdotto la presentazione, “Food Farm risponde a tutte quelle condizioni che risultano necessarie affinché un progetto possa essere ritenuto strategico per il territorio. Coglie la necessità di avvicinare il mondo della scuola con quello dell’impresa, ha una forte valenza territoriale e crea e specializza quelle figure professionalità di cui vi è carenza”.
Il presidente di “Parma, io ci sto!” Alessandro Chiesi ha sottolineato l’importanza strategica del progetto per mettere in rete aziende e mondo della formazione. “Si tratta di una vera e propria fabbrica per la cui realizzazione c’è bisogno del sostegno di tutti. Per questo ci tengo a ribadire il nostro appello al territorio affinché si riesca in tempi ragionevoli a darne attuazione“. “Parma, io ci sto!” ha deliberato un contributo di 50.000 euro, a cui si aggiungono 25.000 euro di Barilla, 10.000 euro di Opem, 10.000 euro di Corte Parma Alimentare e 3.000 euro del salumificio Fratelli Galloni, per un totale di 98.000 euro, per l’adeguamento strutturale dell’edificio.
La dirigente scolastica Annarita Sicuri ha illustrato ai presenti il progetto del laboratorio Food Farm 4.0, che sarà aperto agli ITS, agli enti di formazione e ricerca e all’Università con all’interno impianti pilota per diverse trasformazioni agroalimentari, una linea per il confezionamento e un laboratorio per le analisi chimiche, e che ha l’obiettivo di fare sistema tra scuola e impresa in modo concreto.
Per Andrea Pontremoli, coordinatore del petalo turismo di “Parma, io ci sto!”, “gli imprenditori hanno una responsabilità verso la società e cioè mettere a disposizione il loro tempo per lavorare insieme e creare sistema territoriale perché solo in questo modo si può essere davvero concorrenziali in un mondo globale”.